In latino amigdala significa mandorla.

L'amigdala è una parte del cervello che gestisce le emozioni. È il centro di integrazione di processi neurologici, coinvolta nei sistemi della memoria emozionale. È attiva nel sistema di comparazione degli stimoli ricevuti con le esperienze passate e nell'elaborazione degli stimoli olfattivi.

Le immagini ci catapultano in un sogno, in un racconto che può essere scomposto e ricomposto, senza mai avere una fine. È un flusso di emozioni che ci guida alla lettura che non si allontana mai dall’attaccamento alla terra e dalla voglia di ritornare a una realtà atavica. Così le ferrovie abbandonate della terra natìa, la Sicilia, diventano metafora della vita e introspezione. Il tentativo estenuante di dare loro una vita che non hanno più, come in un gioco, è un modo per l’autrice di ritornare al profondo legame con la sua terra ritrovando quella gioia dimenticata.

BIO

Arianna Catania vive e lavora a Roma come fotografa e photoeditor.

Si laurea in Scienze Politiche a Catania e dopo aver vissuto un periodo in Francia (in cui insegna fotografia ai ragazzi di un quartiere popolare) decide che la fotografia è la sua vita.
Si diploma all’Istituto Superiore di Fotografia di Roma nel 2006.
Inizia il suo percorso artistico realizzando lavori prevalentemente orientati a tematiche sociali, collaborando con varie testate nazionali. 
Espone “Neuland” al Festival di Fotografia di Roma 2007 e viene selezionata per far parte de “La Collezione”, itinerante tra Palazzo delle Esposizioni, Macro, galleria St, galleria Mandeep. 
“Neuland” é stato presentato dalla galleria Eyelight Gallery e “L’Isola” dall'associazione Camera21. 
Illustra il libro “L’Aquila, non si uccide così una città”. Vincitrice del Premio “St'isula 2010” e del concorso “Resistenze urbane” del CollettivoWsp. Espone “Amigdala” al Festival di Fotografia di Roma 2011. 
Fa parte del ProgettoP della Galleria Gallerati. Espone "Split generation" a Fotografia Europea, Festival di Reggio Emilia.



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