“Un’opera d’arte è soprattutto un’avventura della mente”, ha scritto il noto drammaturgo francese Eugène Ionesco. Un’avventura è sempre una sfida. Che poi parta dalla mente e l’attraversi nel suo movimento vitale fino a concludersi in significati concreti, ciò la rende ancora più emozionante, reale, sinergica. Non c’è un dipinto di Grazia Santarpia, che non inviti chi lo guarda a seguire l’artista nei meandri del suo pensiero, stimolandone la velocità di percezione e provocandone una riflessione sempre aperta sul tema della vita, sul mistero della germinazione e delle sue infinite simbologie. Un’avventura della mente, per l’appunto, e nella mente. Grazia Santarpia è un’artista giovane, creativa, dotata di particolare versatilità; un’artista che ha raggiunto in poco tempo e in maniera indipendente un’autonomia e un’originalità espressiva notevole. Con mezzi semplici ma incisivi, con precisione e ‘leggiadra’ forza ci conduce dentro la “trama” della tela, lì dove le immagini e i concetti, forme nette. La scala di neri e di grigi adoperata marca ancora di più la precisione e la concretezza dei personaggi che popolano le tele di questo periodo: esseri minuscoli che racchiudono dentro una grande potenzialità e che rappresentano un po’ quello che è il retroscena invisibile della comune realtà. Un nuovo senso di essenzialità stimola interiormente l’artista; è questa la natura della sua indagine: lo studio di ciò che si ripete ma non è mai uguale, di ciò che è naturale ma non sempre regolare; l’idea fissa, il principio base della Natura che ritorna ogni volta ma non si dogmatizza mai, non si sterilizza né si uniforma. La “spira mirabilis ”di cui parla Jakob Bernoulli, ossia quella spirale meravigliosa che cresce ruotando, la cui presenza è chiaramente visibile nei lavori di Grazia Santarpia, diventa un’importante figurazione del suono primordiale, generatore dell'universo che, a sua volta, trova espressione in una continua e circolare vibrazione cosmica. Si ripresenta pertanto, approfondito e maturato, il tema della vita, arricchito questa volta da una consapevolezza importante: la vita possiede una capacità indiscutibile, quella di rinnovarsi e perpetuarsi allo stesso tempo. Ed è proprio con questa concezione ideale e ambivalente del ciclo vitale che l’artista Grazia Santarpia realizza le sue meraviglie incantate, operando in prima persona quello che dovunque si conosce come il ‘miracolo della vita’. Loredana Trisante