ADAMEVE
23 maggio 2015
Si può affermare senza alcun dubbio che tutto il lavoro artistico di Francesco Carbone sia apparso, sino ad oggi, quantomeno bizzarro e strano.
Questi termini però non sarebbero di per sè sufficienti a stabilire che la produzione artistica sia stata davvero frutto di una mente “disturbata”, per l'appunto delirante. Infatti un delirio non è un contenuto strano e bizzarro, ma è definito fondamentalmente da una struttura logica incomprensibile nel rapporto tra premesse e conclusioni. E allora, guardando e riguardando l'ultima fatica di Francesco Carbone, ogni dubbio svanisce, il delirio si manifesta senza alcuna incertezza.
Adameve è vero ed incontestabile Delirio. La cura al delirio richiede quasi sempre la somministrazione di specifici psicofarmaci antipsicotici, ma questo non è e non vuole essere il nostro compito. Del resto Ribush non è propriamente una struttura adeguata per la cura di tali patologie, anche se spesso e volentieri sono stati accolti folli sotto le sembianze di artisti. Leggiamo da fonti autorevoli, che risulta rassicurante per il delirante vedere volti noti, parlargli lentamente e chiaramente, ricordando dove si trova, che giorno è e che ora è. Ma è sensato e giusto curare il delirante consapevole e responsabile in un'epoca- e non solo in campo artistico - di delirio incosciente e sconsiderato? E' giusto invece promuovere e condividere il frutto di una mente "disturbata", creatrice però di lavori dalla struttura logica incomprensibile, soltanto nel rapporto tra premesse e conclusioni? Si...certamente! Ribush.