Salerno - 8 marzo 2016 - h 19.30
L’8 marzo non è l’ennesima ricorrenza nel calendario del marketing per far spendere qualche soldo. Almeno, così la pensiamo a Ribush. L’8 marzo è l’occasione, secondo noi, per ricordare la fatica che hanno fatto le donne per rivendicare e ottenere diritti e uguaglianza. Per questo è bene ricordare non quelle donne che “ce l’hanno fatta”, ma quelle che hanno lottato più degli altri, e che rappresentano un esempio, un modello per chi oggi di alcuni diritti (non di tutti, la strada è lunga) gode, anche per la fatica di quelle donne. Trotula de Ruggiero è uno di questi esempi, ed a lei è dedicato il nostro 8 marzo.
Primi decenni dell’anno 1000. Salerno, splendore culturale ed economico nel quale prende forma la moderna medicina . In tale contesto opera Trotula de Ruggiero, medico, moglie di un medico e madre di due medici, ma anche, potremmo dire con linguaggio contemporaneo, grande scienziata e grande divulgatrice, perché autrice di trattati medici che hanno fatto un pezzo di storia della medicina.
Le grandi donne sono quelle che hanno saputo uscire dallo stereotipo femminile, con il destino segnato dalla cura e dal ruolo familiare, rimanendo però legate alla propria specificità femminile, alla propria diversità. Trotula è stata, da questo punto di vista, una grandissima donna: primo medico femminile a voler teorizzare, oltre che operare nel campo terapeutico; donna di scienza in un’epoca in cui le uniche donne libere – per quanto possa apparire strano – erano quelle destinate al monastero. Trotula fu moglie e madre, e lo fu in ottica di parità, visto che insieme con i familiari firma delle opere di studio. Capace di interpretare il meglio della Scuola Medica Salernitana: la laicità, la lontananza da pratiche magiche e astrologiche, l’assenza di giudizi morali nella causa delle malattie, l’attenzione alla prevenzione, la visione olistica del benessere e della malattia. Ma altresì libera di esercitare la sua scienza sia sulle malattie femminili con un trattato di ginecologia, sia sulla salute del corpo e della bellezza: è bella una donna sana, questo il suo principio. E capace, infine, di una visione libera e moderna della sua missione, in grado di individuare le cause maschili della sterilità della coppia (allora l’unica colpa era attribuita alla donna), e anche di suggerire artifici per simulare la verginità.
Un personaggio che va dunque collocato nel suo tempo, il Medioevo di una città longobarda, ma che va scoperta anche nelle sue anticipazioni di modernità. Uno spirito laico e libero, come dovrebbe essere sempre uno scienziato, e una donna che fu capace di vivere in normalità la sua vita da sposa e da madre. Di più non sappiamo della sua biografia, e per questo occorre rivolgersi a chi ha immaginato con animo di letterato, il suo sviluppo personale e la sua formazione.